Nel 2019, è stato presentato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), il rapporto “Il diritto al gioco e allo sport dei bambini e dei ragazzi con disabilità”. Il diritto al gioco, come diritto di tutti i bambini, è affermato dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia: “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica” (art. 31), ed è ribadito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (Legge 18/2009), che all’articolo 30 afferma per gli Stati parti la necessità di adottare misure adeguate a “assicurare che i bambini con disabilità abbiano eguale accesso rispetto agli altri bambini alla partecipazione ad attività ludiche, ricreative, di tempo libero e sportive, incluse le attività comprese nel sistema scolastico”.
Il documento presentato dall’AGIA rappresenta una delle prime analisi di un aspetto centrale “per progredire sulla via dell’inclusione sociale e dello sviluppo personale”, e che “richiede un importante passaggio culturale che vada a modificare l’idea radicata che nelle persone con disabilità, gioco e sport debbano sempre avere finalità riabilitative, sottolineandone invece le potenzialità di godere di una vita piena e di inclusione della/del bambina/o e del suo processo di crescita nel vivere quotidiano”.
Il lavoro dell’AGIA è stato integrato dalla successiva pubblicazione del documento di studio e di proposta “I livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali delle persone di minore età”, che riprende nuovamente il tema dell’accessibilità e dell’inclusività degli spazi gioco.
Il lavoro è stato così presentato dalla Garante Filomena Albano:“Oggi i servizi all’infanzia e all’adolescenza non rispettano standard minimi uguali per tutti. Per colmare tali differenze occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione. Come Autorità garante ne abbiamo indicati quattro: mense scolastiche per tutti i bambini delle scuole dell’infanzia, posti di nido autorizzati per almeno il 33% dei bambini fino a 36 mesi, spazi-gioco inclusivi per i bambini da zero a 14 anni e una banca dati sulla disabilità dei minorenni”. Nel capitolo dedicato alla Diffusione e realizzazione di spazi gioco pubblici con caratteristiche di inclusività, si va a specificare ulteriormente il tema del diritto al gioco per tutti i bambini negli spazi pubblici che “non può essere garantito assicurando semplicemente un livello minimo di accessibilità degli spazi, ma è strettamente connesso alla possibilità da parte di bambini con disabilità di usare i giochi e divertirsi insieme ai coetanei a sviluppo tipico”[1]. Per ribadire la centralità di quest’aspetto, riguardante la garanzia di un diritto, con riferimento all’articolo 2 della legge 67/2006 la Garante afferma che: “si ritiene che la mancata previsione all’interno delle aree gioco di percorsi e piattaforme di gioco che consentano l’effettivo esercizio dell’attività ludica ai bambini con disabilità arreca loro di fatto una discriminazione, che li pone in una “posizione di svantaggio rispetto ad altre persone”.
Per approfondimenti: Rapporto sui Diritti, Persona e Disabilità
Domenico Massano
[1] Un dato interessante è quello relativo all’esistenza in Italia, di solo 234 parchi gioco “inclusivi”, per la maggioranza dei quali (152) l’inclusività si limita alla presenza di un’altalena per carrozzine, utilizzabile “esclusivamente” da bambini con disabilità, evidenziando la necessità di un investimento culturale e di stanziamenti specifici per la realizzazione di una vera accessibilità e inclusività delle strutture e dei giochi. In tal senso, risultano particolarmente eloquenti le riflessioni di due mamme (di cui una con un figlio con disabilità), che si occupano da tempo dell’argomento (http://www.parchipertutti.com/), e che danno questa definizione dei parchi gioco inclusivi: “Sono parchi dove tutti i bambini possono giocare insieme. Parchi privi di barriere architettoniche, parchi dove sono installati giochi il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini. Bambini che possono correre, bambini che usano la carrozzina, bambini ipovedenti, bambini con disabilità motoria lieve e bambini che amano saltare come grilli. In questi parchi ci sono strutture gioco, (castelli, navi, torri…), con rampe al posto delle scale, i pannelli sensoriali sono posizionati ad altezza tale che possano essere utilizzati anche da chi sta seduto così come le sabbiere o le piste per biglie e/o automobiline. Parchi con tunnel giganti il cui accesso è possibile anche alle carrozzine, giostrine girevoli che possono essere utilizzate da tutti”.
Contenuti simili sono riproposti anche nelle raccomandazioni della Garante, che invita all’attivazione di“azioni che consentano di diffondere una cultura del gioco e dello sport per i bambini e ragazzi con disabilità, attenta a garantire la piena accessibilità e l’inclusione per tutte le tipologie di disabilità, in tutti i contesti e a tutte le età”.