Il diritto alla salute e la testimonianza di una nonna

Sono una nonna di 72 anni e soffro di diverse gravi patologie. Dovendo usare la carrozzina per spostarmi, sono costretta a chiamare l’Ambulanza. Se vado a una visita per patologia oncologica, posso fruire gratuitamente del trasporto. Per le mie altre patologie molto gravi: cardiologiche, vascolari, respiratorie (utilizzo la maschera di notte e di giorno l’ossigeno), quando vado a visite ambulatoriali o private, devo pagare l’Ambulanza che ha un costo notevole.

Fortunatamente io riesco, seppur con fatica, a fare fronte a queste spese, ma ritengo che tante persone in condizioni simili alle mie e che non possono permetterselo, siano gravemente discriminate.

In modo particolare mi rendo conto di come siano discriminate le persone con gravi disabilità fisiche, che non deambulano e non possono usare i mezzi di trasporto pubblici o prendere il Taxi o salire sulle autovetture di amici o parenti.

A tutte queste persone dovrebbe essere garantito, in particolare per le specifiche esigenze sanitarie, il diritto al trasporto gratuito e l’accessibilità ai luoghi di cura.

Ritengo che questo sia un aspetto importante del più generale diritto alla salute, tutelato dalla normativa vigente e richiamato in particolare dall’articolo 32 della nostra Costituzione. Per molte persone con disabilità e/o in condizioni di grave disagio, questo diritto non è garantito, perché impedite a recarsi nei luoghi dove le cure vengono effettuate.

Mi auguro che chi viene a conoscenza di questa realtà possa sensibilizzarsi a questo grave problema.

Maria Gaita