Un mondo post COVID-19 inclusivo, accessibile e sostenibile.

“Un mondo post COVID-19 inclusivo, accessibile e sostenibile”, questo il tema scelto dalle Nazioni Unite per lo scorso 3 dicembre 2020, Giornata Internazionale delle persone con disabilità. Particolarmente significativo appariva il messaggio che accompagnava tale scelta e che sottolineava come l’inclusione, oltre che essere una questione di giustizia e una condizione essenziale per sostenere i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza, è un investimento per un futuro comune: “L’inclusione delle persone disabili come risposta all’emergenza COVID19 servirà a tutti, per combattere il virus e per ricostruire. Fornirà sistemi più agili in grado di rispondere a situazioni complesse, arrivando prima alle persone più in difficoltà”.

Con la crisi globale da COVID-19, le criticità sociali e le disuguaglianze non solo si sono palesate con maggiore evidenza ma si sono acuite esponendo le persone con disabilità a rischi maggiori come si poteva evincere già ad aprile dalla nota introduttiva alle Linee Guida delle Nazioni Unite “Covid-19 e i diritti delle persone con disabilità”: “Mentre la pandemia COVID-19 minaccia tutti i membri della società, le persone con disabilità subiscono un impatto sproporzionato a causa delle barriere attitudinali, ambientali e istituzionali che si riproducono nella risposta COVID-19”.

Sempre nel mese di aprile il presidente del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, e l’inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per Disabilità e accessibilità, invitavano tutte le autorità competenti a “adottare misure per rispondere adeguatamente alla pandemia COVID-19, assicurando inclusione e partecipazione effettiva delle persone con disabilità”, e richiamavano al rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) che “è un trattato internazionale sui diritti umani, il cui quadro fornisce agli Stati una struttura legalmente vincolante”.  Si evidenziava, in particolare, la necessità di “accelerare le misure di deistituzionalizzazione delle persone con disabilità da tutti i tipi di istituzioni”, l’importanza di “impedire la negazione discriminatoria di assistenza sanitaria o servizi essenziali”, e di garantire la fornitura di servizi di supporto nella comunità “compresi l’assistenza domiciliare e l’assistenza personale, e i servizi di riabilitazione”, in quanto essenziali per l’esercizio dei diritti delle persone con disabilità. 

A settembre era pubblicato il rapporto “Disability rights during the pandemic”, realizzato da 7 organizzazioni internazionali impegnate per i diritti delle persone con disabilità (COVID-19 Disability Rights Monitor), e basato su migliaia di testimonianze raccolte in diversi paesi del mondo, in cui si evidenziava come il Covid 19 stia “colpendo duramente la nostra comunità, alimentando e approfondendo le storiche e strutturali discriminazioni contro le persone con disabilità …”. Il documento è stato realizzato al fine di dare l’allarme a livello globale relativamente all’impatto catastrofico della pandemia COVID-19 sulle persone con disabilità, e nelle preoccupanti conclusioni si denuncia come la generalità degli stati “non abbiano preso misure sufficienti per proteggere i diritti delle persone con disabilità nelle loro risposte alla pandemia”. Precisa poi che “la pandemia del virus Corona ha avuto un impatto devastante sui diritti delle persone con disabilità”, sforzi di recupero saranno efficaci solo se realmente inclusivi e fondati sui diritti umani.

In Italia, come a livello globale, la pandemia sembra, purtroppo, aver evidenziato limiti e ritardi nel pieno recepimento, nell’applicazione e nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (Legge 18/09), con gravi ricadute sulla garanzia dei diritti delle persone con disabilità, in particolare del diritto alla salute, del diritto al lavoro, del diritto all’educazione/formazione, del diritto alla vita indipendente, del diritto all’abitare, del diritto alla protezione contro ogni forma di violenza e discriminazione.

Domenico Massano