Violazioni dei diritti umani e persecuzioni degli avvocati in Turchia.

Il 10 dicembre 2020, in occasione della giornata dedicata ai Diritti umani, si è tenuto il Focus del Consiglio Nazionale forense dal titolo “Diritti umani nel 2020 – violazioni e persecuzioni degli avvocati in Turchia”, da cui è emerso come agli avvocati turchi sia impedito il libero esercizio della professione con minacce, arresti e detenzioni arbitrarie. A volte basta un messaggio sui social oppure la partecipazione ad una manifestazione di protesta. In carcere vengono tenuti in uno stato di totale ingiustizia. Suscita anche preoccupazione la legge di riforma degli ordini forensi, approvata recentemente in Turchia, che ne limita fortemente l’autonomia.

Negli ultimi quattro anni 441 avvocati sono stati condannati ingiustamente in Turchia attraverso processi contrari ai principi fondamentali del giusto processo senza l’esercizio del diritto di difesa. Un esempio è l’avvocata Ebru Timtik, condannata a 13 anni di reclusione, morta in stato di detenzione il 27.08.2020, dopo 238 giorni di sciopero della fame [1], intrapreso per chiedere il rispetto delle regole dello stato di diritto. Erano stati respinti tutti gli appelli internazionali per la sua liberazione.

In suo ricordo e per chiedere la liberazione di Aytac Unsal, un altro avvocato in gravi condizioni di salute per la sua ingiusta detenzione, e di tutti i difensori, magistrati, parlamentari, giornalisti, accademici e docenti, detenuti ingiustamente nelle carceri turche, gli ordini e le associazioni forensi hanno organizzato nel settembre scorso una grande manifestazione a Roma. Il sindacato nazionale forense MGA ha avviato uno sciopero della fame a staffetta tuttora in corso. Inoltre il 10 dicembre 2020, nella giornata internazionale dei diritti umani, è stata resa pubblica l’iniziativa “Sostegno a distanza. Prima azione Turchia” presentato dalla Rete delle Università per la Pace.

La Corte Europea dei diritti umani a dicembre 2020, così come già nel 2018 (e si veda anche la recente Risoluzione del Parlamento Europeo del 21/01/2021), ha intimato alla Turchia di liberare l’avvocato e politico curdo Selahattin Demirtas, leader carismatico del Partito Democratico dei Popoli (HDP), la formazione più importante di opposizione all’attuale governo turco. L’ex co-presidente dell’HDP, impegnato nella difesa dei diritti umani e tra i fondatori del presidio di Amnesty International a Diyarbakır, era riuscito a costruire un’ampia opposizione al governo di Erdogan, con una coalizione di partiti non solo curdi.

Tale presa di posizione della CEDU è anche correlata ad un’altra recente e grave violazione dei diritti umani in Turchia, relativa all’arresto e alla condanna della deputata curda Leyla Guven, dello stesso partito di Demirtas (HDP). Anche questa deputata è stata condannata per motivi politici, con lo scopo di colpire il pluralismo e ridurre la libertà del dibattito politico, con l’ulteriore aggravante di colpire una minoranza della popolazione (il popolo curdo) che ha già subito gravi persecuzioni. Anche in questo recente caso di discriminazione umana e politica è intervenuta la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per biasimare e deplorare questa violazione e chiedere la liberazione della deputata, condannata anche lei a molti anni di reclusione. E’ auspicabile che le sollecitazioni e richieste della Corte Europea non cadano nel vuoto, come finora è accaduto per il capo dell’HDP. Recentemente il direttore per l’Europa di Amnesty International, ha evidenziato come il perdurare della detenzione dell’avvocato Demirtas e di tante altre persone, tra cui Leyla Guven, dice una cosa sola: “in Turchia la libertà d’espressione è punita senza pietà”. E’ necessario che tutti i governi, associazioni e ogni altra organizzazione ricordi all’attuale governo turco che fa parte del Consiglio d’Europa e, come tale, è tenuto a rispettare la Corte Europea dei Diritti Umani. Un rafforzamento dello spirito europeo nasce anche dal fatto che l’Europa sappia far valere le sue regole non solo in campo economico, ma anche nell’ambito dei diritti umani.

Avv. Michelangelo Massano

Descrizione immagine in evidenza: disegno del volto dell’avvocata Embru Timtik dietro alle sbarre con la frase “ho solo avuto fame di giustizia” (Foto dal post di Vignettisti per la Costituzione)


[1] Bisogna ricordare anche la morte nel 2020 per lo sciopero della fame avviato in protesta contro la loro illegittima detenzione, dei componenti del gruppo musicale turco “Grup Yorum”, Helin Bölek, Mustafa Kocak, e Ibrahim Gökçek, perseguitati ed arrestati per la loro musica e i testi delle loro canzoni.