Riflessioni a 20 anni dall’USA Patriot Act.

Dopo l’attacco terroristico dell’undici settembre nel 2001 venne emanata con urgenza, entro ottobre dello stesso anno, una legge denominata “USA Patriot Act”. E’ una legge federale statunitense voluta per unire e rafforzare gli Stati Uniti d’America fornendo strumenti adeguati per intercettare ed ostacolare il terrorismo. Ha lo scopo di prevenire e ridurre gli attacchi terroristici negli Stati Uniti ed è stata approvata a larga maggioranza sull’onda di una opinione pubblica profondamente scossa che richiedeva risposte immediate per sentirsi più sicura.

A 20 anni dalla sua approvazione è opportuno ricordare anche alcuni rilievi negativi su parti della legge sollevati dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Queste osservazioni valgono per questa legge, conseguente a eventi di enorme rilevanza, ma anche per leggi emanate frettolosamente nell’immediatezza di fatti di minor rilievo su una spinta emotiva dell’opinione pubblica, tale da favorirne l’approvazione.

E’ opportuno rilevare che i Provvedimenti legislativi di tipo emergenziale comportano quasi sempre una compressione di alcuni diritti in virtù della difesa di altri diritti che si ritengono e/o sono di maggiore importanza.

Il Patriot Act ha comportato una riduzione dei diritti dei cittadini, ha permesso la violazione del diritto alla privacy, ha limitato la libertà d’espressione, favorendo, fra l’altro, la possibilità di effettuare intercettazioni telefoniche e l’accesso ad informazioni personali. Ha, in sintesi, ampliato la sorveglianza sui civili autorizzando la CIA allo spionaggio domestico e la polizia a registrare i colloqui fra gli imputati e i loro difensori. Le disposizioni previste in questa legge federale sono state rese, per la maggiora parte, a carattere permanente.

L’atto e’ stato molto contestato soprattutto per quegli aspetti che ampliano la sorveglianza sui civili. Vi sono state anche sentenze della corte distrettuale di New York che hanno dichiarato incostituzionali alcune norme contenute nella legge.

Il direttore ONU della sede di New York ha scritto al proposito: “è evidente che alcuni governi stanno ora introducendo misure che possono colpire l’essenza delle garanzie dei diritti umani. In alcuni paesi attività non violente sono state considerate alla stregua del terrorismo e sono stati adottati provvedimenti eccessivi per sopperire o ridurre i diritti individuali, come la presunzione d’innocenza, il diritto ad un giusto processo, la libertà della tortura, il diritto alla privacy, la libertà d’espressione e d’assemblea e il diritto di chiedere asilo”.

Le osservazioni sopra espresse da una delle maggiori sedi di rappresentanza mondiali dell’ONU sono del tutto condivisibili, anche se si possono trovare giustificazioni in eventi e pericoli che hanno sconvolto il mondo.

Non trovano invece giustificazione ove questa situazione di estrema gravità non sussista.

Nella elencazione sopra riportata infine, che vale su scala internazionale, e’ motivo di ulteriore riflessione che vi sia ricompreso il diritto di ciascuno alla presunzione d’innocenza ed il diritto ad un giusto processo, diritti che, pur in assenza di una situazione emergenziale ed un provvedimento specifico, da parte di alcuni magistrati continuano ad essere, spesso, ignorati.

Immagine in evidenza: disegno caricaturale dello zio Sam, con la scritta “I watch you”