“Disabilità. Iniziamo dalle parole”

La pubblicazione online della guida realizzata dall’Agenzia delle Entrate “Disabilità, iniziamo dalle parole”, patrocinata dal Ministero per le Disabilità, ripercorre le tappe della normativa e l’evoluzione del tema sulla disabilità.

Porta a riflettere sul tema della disabilità ed è anche un vademecum pratico per sensibilizzare le persone ad adottare nel luogo di lavoro, ma anche in ogni altro luogo, un linguaggio consapevole per rimuovere ostacoli culturali, contrastare gli stereotipi e far posto alla cultura dell’inclusione e della valorizzazione delle capacità di ogni individuo.

“L’obiettivo è sviluppare nuove consapevolezze e contribuire a contrastare gli ostacoli culturali e gli atteggiamenti ostili e stigmatizzanti che si muovono attorno alla disabilità” ha chiarito il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nella prefazione della pubblicazione.

Particolare attenzione è indirizzata alle parole, che vanno veicolate in una sfera semantica inclusiva, partendo dal presupposto che la ricerca del linguaggio da usare deve accompagnarsi al quotidiano impegno a rimuovere le barriere non solo culturali, ma anche fisiche, economiche e sociali che impediscono alle persone di beneficiare delle stesse opportunità

Afferma Giampero Griffo, cui è affidata la prefazione “Questo lavoro dell’Agenzia delle Entrate si configura come il primo esempio di un grande ente pubblico che decide di svolgere un’azione di informazione corretta sul tema dei linguaggi appropriati da usare quando si parla di e con le persone con disabilità, che coinvolgerà tutti i 30.000 dipendenti dell’Agenzia”.

Nel volume sono contenuti alcuni suggerimenti pratici da tenere presenti nell’uso dei termini, per ciascuno dei quali sono poi descritte le motivazioni:

1 Mai identificare una persona con la sua disabilità; 2 No al termine handicappato; 3 La disabilità non è una “patologia”; 4 Rifuggiamo da un linguaggio compassionevole o pietistico; 5 Diversamente abile: facciamo attenzione; 6 I normoabili non esistono; 7 Attenzione al termine invalido; 8 Il linguaggio schietto o libero è apprezzato; 9 Non diciamo più sordomuto; 10 Le parole sono ponti oppure muri.

Si tratta di una serie di suggerimenti che tengono conto dell’individuo e delle sue potenzialità per la diffusione di una cultura che favorisca la realizzazione di una società inclusiva. Non esiste un modo migliore univoco e valido in tutte le circostanze per parlare di disabilità, ma l’invito è una scelta consapevole delle parole, che come ponti possono contribuire a promuovere relazioni positive fondate sul reciproco rispetto e costruire una realtà in cui ogni persona si senta valorizzata e libera di esprimere pienamente e autenticamente la propria identità

È necessario in primo luogo scegliere con consapevolezza e cura i termini da usare come segno di attenzione e rispetto per la persona di cui o con cui stiamo parlando

L’utilità della pubblicazione, soprattutto per l’aspetto più pratico della Guida ove si segnalano i 10 punti prima indicati, è fornire uno strumento che può evitare che persone, anche sensibili al problema, siano portate ad usare degli stereotipi o atteggiamenti o semplicemente modi di dire che pur animati da buoni sentimenti ottengono effetti opposti.

Avv. Luca Massano

N.B.: immagine in evidenza la copertina della pubblicazione con la scritta Disabilità, iniziamo dalle parole.