Covid-19: vaccini e ritardi nella risposta globale alla pandemia.

La proposta degli Stati Uniti di appoggiare la richiesta di sospensione dei brevetti sui vaccini contro il Covid 19 per facilitarne la produzione e distribuzione nel mondo, ha suscitato reazioni diverse e contrastanti.

Date per scontate le reazioni negative delle case farmaceutiche, si registrano anche molti contrasti da parte di singoli Stati e di alcune Organizzazioni internazionali.

Il Parlamento europeo si è diviso sulla proposta di sospensione temporanea dei brevetti, ma ha recentemente emesso un provvedimento non vincolante, che ha visto prevalere i voti favorevoli. Questo provvedimento, seppure non vincolante, è però importante, perché assume una posizione opposta a quella assunta dalla Commissione Europea.

Con l’emendamento approvato il Parlamento europeo invita “a istituire una strategia globale dell’Unione Europea per la vaccinazione con accesso equo, tempestivo e a prezzi contenuti del vaccino per i paesi in via di sviluppo, in particolare quelli che appartengono a gruppi vulnerabili e ad alto rischio”.

Il Parlamento europeo invita l’Unione Europea a sostenere l’iniziativa di India e Sudafrica con la quale fra l’altro “si esortano le società farmaceutiche a condividere le proprie conoscenze e i propri dati attraverso il pool d’accesso alla tecnologia (C-TAP) dell’O.M.S. relativa al Covid 19”.

Queste incertezze e contrasti fra Stati e organizzazioni interstatuali fanno presagire che i tempi saranno lunghi per la realizzazione delle proposte e, soprattutto, per la loro attuazione concreta, specie se si considera che dopo la sospensione dei brevetti, serviranno importanti investimenti per poterli fabbricare nelle varie aree del mondo, con l’installazione di strutture e strumentazione e contestualmente con la creazione di apparati industriali idonei a trasferire e formare in loco competenze professionali adeguate.

Occorrerà un grande sforzo di cooperazione internazionale considerando, in particolare, l’attuale enorme disuguaglianza delle forniture dei vaccini nei vari continenti.

E’ comunque un traguardo da perseguire perché i dati della diffusione della pandemia, delle dosi di vaccino, della distribuzione seppur per alcuni aspetti confusi e contrastanti, concordano tutti nell’evidenziare che i vaccini scarseggiano a livello globale, in ogni parte del mondo e presentano “un desolante quadro” e un “devastante peso” come ha scritto Agnès Callarmand, segretaria generale di Amnesty International, nel rapporto annuale dell’Associazione.

I ritardi nelle consegne delle dosi rispetto al programma di distribuzione dei vaccini Covax (l’organismo di distribuzione creato dalla Organizzazione mondiale della sanità) mette e rischio le campagne di vaccinazione in 190 paesi di tutto il mondo, come ha rilevato il Serem Institute che in India produce vaccini su licenza Astrazeneca e Novavax.

Ogni stato procede in ordine sparso, con comunicazioni che a seconda dei giorni promuovono o bocciano i diversi tipi di vaccini, creando un generale clima di sfiducia e di incertezza.

Altrettanta confusione regna nell’indicazione delle vaccinazioni per fasce d’età, diverse nei vari Stati a seconda dei vaccini usati. Pur con tutti i contrasti in questo periodo è emersa la necessità di accelerare al massimo il processo di liberalizzazione nella produzione dei vaccini e di dare una forte accelerazione alla cooperazione internazionale.

E’ la spinta che intende dare l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) che, nell’accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà individuale (Trips), prevede la possibilità di deroga alla vigente normativa nei casi di interesse generale che riguardano il bene comune primario della salute.

Se in Europa, Italia e in pochi altri Stati si comincia a vedere la luce, nei paesi del terzo mondo, in Africa, in India, Brasile, nelle Filippine la percentuale dei vaccinati sono minime e le prospettive di un miglioramento a breve sono ridotte.

Molti Stati ed alcune Organizzazioni Internazionali tendono a propiziare una politica assistenziale fornendo gratuitamente dosi di vaccini, senza però pensare ad aiutare gli Stati ad evolversi, ad acquisire una propria autonomia anche in questo settore, e, con questo atteggiamento, determinano un ancor maggiore aumento delle discriminazioni esistenti.

Avv. Michelangelo Massano

Si veda anche: Brevetti e discriminazioni nella gestione della pandemia

N.B.: immagine in evidenza mostra una persona africana con tuta sanitaria seduta in un terreno non asfaltato con sullo sfondo diverse ambulanze (tratta da Avvenire.it)