Carcere e pandemia: i contagi e il sovraffollamento.

Relativamente al nuovo preoccupante focolaio covid nella Casa di Reclusione ad Alta sicurezza di Asti, nella prima settimana di gennaio 2022 la referente dell’ASL segnala 107 persone detenute contagiate. Contestualmente nella presentazione del VI rapporto sullo stato delle carceri piemontesi il Garante regionale segnala che nel carcere astigiano a fronte di una capienza regolamentare di 205 posti, sono detenute 308 persone, 103 più del dovuto. Dati drammaticamente significativi, che si aggiungono a quelli relativi alla rapida diffusione dei contagi anche in altri istituti penitenziari italiani e che devono sollecitare una riflessione, in particolare, sul problema del sovraffollamento che, con la pandemia, è diventato anche una questione di salute pubblica, soprattutto in relazione alla prevenzione della diffusione del virus, per cui il distanziamento fisico (insieme alla dotazione di mascherine adeguate di cui è spesso segnalata la mancanza) assume un’importanza determinante.

Con immediatezza ed amara ironia Zerocalcare, nella graphic novel “Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia”, rappresenta lo stato delle cose attraverso le parole di E., una persona appena scarcerata dopo la prima diffusione del virus nel 2020: “Allora noi stavamo in 6 dentro una cella lunga 7 passi … Ammassati in spazi angusti, in locali sporchi, ammuffiti, fatiscenti … le tre regole che ripetevano tutti a noi ci suonavano come una presa per il culo: Mascherina, Igiene, Distanziamento”.

Considerazioni che nella loro semplice evidenza sono emerse spesso, nel corso del 2021, anche dalle pagine della “Gazzetta Dentro”, il giornale interno al carcere di Asti, negli articoli dei redattori ristretti che hanno offerto uno sguardo “da dietro le sbarre” sull’impatto della pandemia in un sistema carcerario già da anni “sull’orlo di una crisi di nervi”, come ricordava M., e in cui “Il tasso di sovraffollamento dal 2015 e al 2019 è passato dal 105% al 120% (148% ad Asti, ndr). Questi dati sono indice non solo di cattiva qualità delle condizioni di vita delle persone detenute, ma anche del peggioramento del contesto organizzativo in cui si trova a operare l’amministrazione penitenziaria nonché di un ambiente di lavoro difficile e carico di tensioni”. Contesto difficile per tutti soprattutto perché, come evidenziava S., nelle carceri italiane “l’endemica condizione di sovraffollamento incide significativamente su tutto, ivi compreso il “rispetto – non rispetto” delle norme “anticovid”, tra le tante la raccomandata distanza di sicurezza. … Domanda: con quale coerenza si vietano assembramenti nella società libera, mentre in carcere si è incollati l’uno all’altro?”

Con l’arrivo della pandemia questa problematica ha avuto delle pesanti ripercussioni sull’intera comunità carceraria sia limitando o rendendo impossibile l’adozione di adeguate misure preventive, sia amplificando e acuendo criticità preesistenti. Come rimarcato nella recente relazione della Commissione per l’innovazione del sistema penitenziario, istituita dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia, “presupposto essenziale per assicurare una “decente” condizione detentiva è il superamento delle condizioni di sovraffollamento che ostano all’effettività dei percorsi rieducativi, rendono sempre più complessa la gestione dell’ordine e della sicurezza all’interno degli istituti ed espongono al rischio della realizzazione di trattamenti inumani e degradanti”.

Il problema del sovraffollamento carcerario (e di tutte le sue conseguenze umane, sociali e sanitarie) sicuramente avrebbe dovuto essere affrontato da tempo sia a livello nazionale che locale, ma è evidente come ormai sia una questione non più rimandabile.

Domenico Massano

Sullo stesso tema vedi anche: Carcere, Tortura e l’Effetto Lucifero; Gazzetta Dentro 2021: la redazione nel carcere di Asti in tempi di pandemia; Asti, carcere, sovraffollamento e Covid 19;  Gazzetta Dentro 2020: uno spiraglio tra carcere e società

Immagine in evidenza: le vignette di Zerocalcare tratte dalla Graphic novel citata nel testo.