1961-2021, Aldo Capitini e i 60 anni della Marcia della Pace.

Nel celebrare il 60° anniversario dalla prima Marcia della Pace Perugia-Assisi, che si svolse il 24 settembre 1961 e fu fortemente voluta, preparata e organizzata (spesso in solitudine e, quasi fino all’ultimo, contro tutto e tutti), da Aldo Capitini, è importante ricordare ragioni e presupposti da cui questo cammino si è avviato, ripercorrendone i primi passi attraverso le parole del suo promotore: “La mia intenzione era che il gruppo di iniziativa non fosse prevalentemente di persone di partito. Sono un sostenitore del lavoro di aggiunta a quello dei partiti, che ritengo certamente utili in una società democratica, ma non sufficienti. […] Ma debbo dire che oltre quel primo carattere, di iniziativa non dei partiti, che avrebbe dovuto assicurarmi una più facile adesione da tutte le persone e associazioni operanti in Italia per la pace, io tenevo sommamente ad un secondo carattere, che anzi era stato il movente originario del progetto: la marcia doveva essere popolare (per destare la consapevolezza della pace in pericolo nelle persone più periferiche e lontane dall’informazione e dalla politica) […] il terzo carattere dell’iniziativa che voglio mettere in rilievo, (è che) si presentava un’occasione di parlare di “nonviolenza” a “violenti”, di mostrare che la nonviolenza è attiva e in avanti, è critica dei mali esistenti, tende a suscitare larghe solidarietà e decise non collaborazioni, è chiara e razionale nel disegnare le linee di ciò che si deve fare nell’attuale difficile momento. […] il quarto carattere dell’iniziativa: la scelta di Assisi (per richiamare San Francesco, il santo italiano della nonviolenza) come meta della Marcia che non poteva che muovere da Perugia, per ragioni organizzative”.

Queste le caratteristiche fondamentali della Marcia della Pace, in cui si traducevano alcuni capisaldi dell’impegno di Capitini, teso a risvegliare l’attenzione per la pace, la democrazia e la solidarietà negli italiani, che sembravano sempre più rifugiarsi in un disimpegnato conformismo ideologico nell’affrontare, in particolare, le questioni umane e di giustizia sociale: “Una notevole pesantezza ideologica caratterizza gli italiani, […] pensano che nell’assoluto, nelle cose serie (religione, politica, scuola) debba esserci uniformità, e la diversità sia cosa degli individui contingenti e del folclore. Per questo accusano di eretico, di sovversivo, di diseducatore, chi è diverso. Non sono abituati a collaborare nelle cose serie con i diversi”.

Nel concludere il suo primo bilancio dell’iniziativa, che vide la partecipazione di circa 20.000 persone, Capitini ne ribadiva alcuni aspetti centrali: “La Marcia è stata una manifestazione “dal basso”, che ne ha cominciate tante altre […] Aver mostrato che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nelle solidarietà che suscita e nelle non collaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte, è un grande risultato della Marcia, […] l’impostazione di un altro metodo di lotta, quello nonviolento che mantiene il dialogo, la libertà di informazione e di critica e non distrugge gli avversari, diventa urgente; ed io credo che anche nelle scuole bisognerà insegnare il valore e le tecniche del metodo nonviolento”.

Aldo Capitini il “diverso”, il sovversivo, il diseducatore, con il suo impegno tenace e costante, in un periodo storico particolarmente difficile, riuscì a rimettere in cammino, oltre a tutte le persone che scesero in strada, anche la speranza per un mondo più giusto, libero, solidale e, soprattutto, in pace. Il cammino aperto, infatti, non è solo quello che porta da Perugia ad Assisi, ma anche quello della costruzione di un mondo migliore e diverso che dovrebbe impegnarci quotidianamente, a partire dai nostri contesti di vita.

Domenica 10 ottobre 2021, si terrà la prossima Marcia della Pace e migliaia di persone si incammineranno da Perugia verso Assisi. La Marcia, oltre a celebrare i 60 anni di storia, è stata dedicata a Gino Strada, il medico fondatore di Emergency recentemente scomparso, e il tema scelto è quello della Cura: “Dobbiamo sviluppare una mentalità e una cultura del “prendersi cura” capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono”. La Marcia della Pace del 10 ottobre potrebbe essere l’occasione per riprendere a camminare insieme sulla strada che rigenera fiducia, speranza e volontà di cambiamento, in una società sempre più povera di giustizia sociale, di umanità e di solidarietà.

Domenico Massano

Immagine in evidenza: foto d’epoca che immortala Capitini alla testa del corteo sotto uno striscione della Marcia della Pace, con sullo sfondo la rocca di Assisi.